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Rui Costa, addio al calcio giocato

by Francesco
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12 mag 2008

Con ieri sera il nostro Rui Costa chiude la carriera agonistica. Per l'occasione gli era stata affidata la fascia di capitano nella partita che vedeva contrapposto al suo Benfica il Vitoria e che si è chiusa con un perentorio 3-0. A lungo i tifosi del Benfica hanno invocato la segnatura del numero dieci, gol che non è arrivato, ciò però non ha compromesso il clima di festa che gli spalti hanno tributato a lui fin dall'inizio della fase di riscaldamento.

Prosegue...

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Editoriale

Giusta la critica, ma che sia ben motivata

by Francesco
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08 mag 2008

Mi riferisco all'articolo pubblicato da Manuela Righini sul Corriere Fiorentino e rilanciato poi ieri sera durante il suo intervento al Penta Sport di Radio Blu.

La Righini è sicuramente una signora del giornalismo, e dico così per sottolinearne l'esperienza ormai di lunga data, ha però a mio avviso però l'ardore negativo di chi è sempre pronto a dirti "io te lo avevo detto" e qualche volta sembra che ne goda di questo.

Prosegue...

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Editoriale

Giancarlo Antognoni: un campione di sfortuna (ma anche no)

by Admin
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03 apr 2008

Internet è in continuo mutamento, gli ultimi periodi hanno visto nascere moltissimi servizi di nanopublishing, cioè network di blog che convivono sotto lo stesso direttivo. Uno degli ultimi nati è "isayBlog" e di questo in particolare può interessarci il blog "CalcioPro".

Ancora il blog non è molto "vissuto" dai navigatori, presenta però alcuni interessanti articoli già, uno di questi porta il titolo come indicato sopra ed è scritto da Gioia Bò (qui), visto che la licenza di pubblicazione lo permette, lo riporto interamente qui:

Idolo della Fiorentina, nessuno come lui nel cuore dei tifosi viola, vera bandiera di una squadra in cui è stato spesso l’unica stella a brillare: questo era Giancarlo Antognoni, uno dei più grandi numeri 10 a cavallo tra gli anni ‘70-’80.
Nils Liedholm lo volle fortissimamente alla Fiorentina, dopo averlo visto in azione a Coverciano durante gli allenamenti della nazionale juniores. 453 milioni sborsati dall’allora presidente Ugolino Ugolini per strapparlo al Torino, che aveva da tempo messo gli occhi su quel ragazzino elegante e talentuoso.
 
 
 
Il ragazzo che gioca guardando le stelle.
 
Così lo definì Vladimiro Caminiti, e l’incedere a testa alta era solo uno tanti punti di forza del giovane Antognoni, che eccelleva nel ruolo di regista grazie alla straordinaria visione di gioco, ai lanci lunghi e millimetrici, alla falcata elegante ed imperiosa. Un numero 10 che amava mettersi al servizio della squadra più che tentare la soluzione personale.

 
Ha vinto poco in carriera con il club viola, essendo arrivato in una squadra che aveva scarse ambizioni, e quando finalmente la società gli mise al servizio una squadra che poteva puntare in alto, la sorte si accanì contro di lui, facendolo restare lontano dai campi per molti mesi. Un campione di sfortuna il povero Giancarlo, messo fuori uso una prima volta nel 1981, quando si ritrovò a cozzare contro il ginocchio del portiere del Genoa, Silvano Martina, riportando la frattura delle ossa craniche.

 

Un infortunio che poteva comprometterne la carriera e che mise in pericolo la sua stessa vita, ma “Antonio”, come lo chiamavano simpaticamente i tifosi, ebbe la forza di risorgere e l’anno successivo andò a guadagnarsi il titolo di Campione del Mondo in terra di Spagna. Sfortunatamente un’entrata del polacco Wladislaw Zmuda in semifinale gli procurò una ferita alla caviglia, privandolo della gioia di partecipare alla finale.
 
 
 
Campione del Mondo, ma ancora campione di sfortuna due anni dopo, quando in uno scontro con Luca Pellegrini subì la frattura scomposta di tibia e perone. Altro stop decisivo nella carriera ed altri lunghi mesi senza toccar palla. Al rientro trovò in panchina Aldo Agroppi, che dall’alto del suo “sapere calcistico” gli preferiva spesso il giovane Onorati.
Seguì una stagione d’inferno per il popolo fiorentino, con una salvezza conquistata con grande fatica: l’ultimo regalo di “Antonio” alla sua squadra, prima del triste arrivederci. Due anni nel Losanna, in Svizzera e poi l’addio al calcio giocato il 25 aprile 1989, quando il Comunale di Firenze si riempì per applaudire il più grande campione della storia viola.
Al suo esordio con la maglia della Fiorentina il Barone disse di lui:
Non dite che sarà il nuovo Rivera. Speriamo che somigli a se stesso, cioè quello che promette di essere.
 
E Giancarlo ha mantenuto le promesse, nonostante tutto e tutti!

 

Per terminare una mia piccola considerazione, [W:Antognoni] è stato di sicuro sfortunato considerati i tanti infortuni (e la loro gravità), sfortuna che ne ha compromesso in parte la carriera, non di sicuro la qualità del gioco. Allo stesso tempo, e per sua ammissione, l'affetto e la stima sconfinata che ha trovato in riva all'Arno sono stati per lui una grande fortuna.

Forza Viola !! 

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E' scomparso Costagliola

by Francesco
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07 mar 2008

Vorrei unirmi al cordoglio espresso da tutti gli ambienti legati alla Fiorentina nei confronti della famiglia Costagliola per la scomparsa di Leonardo.

La Fiorentina, il Presidente, i calciatori, lo staff tecnico e tutta la società esprimono il loro più sentito cordoglio per la scomparsa di Leonardo Costagliola e sono vicini ai suoi familiari in questo momento di profondo dolore.

Leonardo Costagliola fu portiere della Fiorentina dal 1948 al 1955 disputando ben 230 partite con la maglia viola e collezionando anche 3 presenze in Nazionale. Nel 2006 era stato ospitato dalla Fiorentina per festeggiare i suoi 85 anni nella Tribuna Autorità dello stadio Franchi.

Forza Viola !!

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Editoriale | ricorrenze

O ci prende per i fondelli oppure vive in un mondo tutto suo ...

by Francesco
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07 mar 2008

Di chi parlo ? Ma del Morattone nerazzurro milanese.

Due giorni fa scrivevo appunto che ancora il regolamento non viene applicato in maniera equa a tutte le squadre, riferendomi proprio a quanto deciso dal giudice sportivo in merito all'utilizzo di Materazzi da parte dell'Inter in campionato dopo che lo stesso aveva dato forfait alla Nazionale. Ed oggi ecco apparire una intervista a dir poco scandalosa da parte di Moratti. In parole povere l'immacolato presidente interista asserisce che mai la sua societàha avuto comportamenti illeciti o scorretti tanto da guadagnarsi la permanenza in Serie A fino ad oggi mai interrotta.

Le cronache però parlano di una retrocessione in Serie B avvenuta nel 1922 alla quale seguì una clamorosa quanto ingiustifcata azione di ripescaggio. Vorrei poi ricordare al signor Moratti che un suo dipendente, tale Oriali, già campione del Mondo nel 1982, patteggiò la pena a seguito dei guai per l'utilizzo di giocatori con passaporti falsi. Anche in quel caso la giustizia sportiva chiuse non uno ma tutti e due gli occhi. Infatti il regolamento prevede che per ogni partita in cui fosse stato schierato il giocatore irregolare fosse conteggiato un punto di penalizzazione, pena mai scontata.

Possiamo poi dimenticarci che il signor Moratti ha in corso un procedimento penale proprio con un nostro giocatore, [W:Christian Vieri], in quanto al tempo in cui militava nella squadra nerazzurra fu pedinato e spiato illecitamente per ordine proprio dello stesso Moratti ?

Per concludere poi mi sembra di ricordare che [W:Paolo Bergamo], ex arbitro e disignatore arbitrale, al centro dello scandalo di un paio di anni fa, ammise pubblicamente che di sicuro il dirigente con cui manteneva i più assidui rapporti telefonici era [W:Giacinto Facchetti]. E come lo ha detto ai giornalisti che lo intervistavano lo avrà pure riferito ai giudici sportivi, mi domando come mai di queste chiamate non vi è traccia. Che fosse interista l'intercettatore ? 

Resta un fatto, dalle mie parti si dice "Chi si loda si imbroda", che più o meno sta a significare che chi tesse le proprie lodi spesso trova la rovina .... speriamo veramente !

Forza Viola !! 

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Editoriale

Scomparso Ugo Poggi

by Francesco
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26 feb 2008

Si apprende dal sito ufficiale della Fiorentina, che oggi è venuto a mancare all'affetto dei propri cari l'ex dirigente e anche presidente della Fiorentina Ugo Poggi.

Mi unisco al cordoglio per la famiglia in questo triste giorno. 

 
Ciao Ugo. 

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Editoriale | ricorrenze

Calcio in lutto: è morto NILS LIEDHOLM

by francesco
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05 nov 2007

Riporto la notizia così com'è apparsa sulle agenzie di stampa (ANSA) e nel farlo mi unisco al cordoglio nei confronti dei familiari e amici tutti.

ALESSANDRIA - Si è spento oggi l'ex calciatore e allenatore Nils Liedholm. Aveva 85 anni. Liedholm abitava a Cuccaro, in provincia di Alessandria, dove aveva una tenuta agricola. Lo si è appreso nel paese del Monferrato, dove la ditta di pompe funebri Longo ha comunicato che i funerali si svolgeranno giovedì alle ore 11.

IL BARONE FUORICLASSE IN CAMPO E FUORI - La Svezia, il Milan poi, da allenatore, la Roma. Questa la parabola nel calcio del Barone, campione di stile in campo e fuori, vincitore da giocatore dell'oro olimpico a Londra '48 e di quattro scudetti negli anni '50 con il Milan. Vice-campione del mondo nel 1958 con la Svezia, la sua immagine venne scelta per la copertina del primo album dei calciatori Panini, quello del campionato '60-'61. Da allenatore diede al Milan lo scudetto della stella, nel 1979, e poi alla Roma il suo secondo, storico, tricolore, nel 1983. La delusione piu' grande arrivo' l'anno dopo, quando la Roma perse ai rigori la Coppa Campioni con il Liverpool. Ma Liedholm sara' sempre ricordato per la sua classe, l'innata eleganza in campo e fuori, quel modo di fare che lo fece appunto diventare il Barone e che fece in modo di fargli chiudere la sua ventennale carriera di calciatore senza mai essere stato ammonito. Aveva cominciato da bambino, alternando il pallone allo sci di fondo. Liedholm era conosciuto, e in fondo anche amato, anche per il gusto dell'iperbole e dei paragoni perlomeno arditi: divenne famoso per essere l'elemento fondamentale del Gre-No-Li, il trio con Nordahl e Gren, ma anche, quando poi fu tecnico, per aver fatto diventare Mandressi ''l'erede di Rensenbrink'', Tosetto ''il Keegan della Brianza'', il carneade Gaudino ''il nuovo Nordhal'', Valigi ''il nuovo Falcao''. Piccole perle di una carriera e di un humour inimitabili. Al Milan arrivo' dopo i Giochi del '48 su consiglio di Nordahl che con lui aveva giocato nel Norrkoepping e vinto due titoli svedesi. Conquisto' subito San Siro, grazie al suo tocco di palla, quel suo giocare sempre a testa alta (tanti anni dopo si rivedra' in Antognoni), i suoi infallibili passaggi. Amava raccontare che la prima volta che ne sbaglio' uno, dopo due anni, tutto il pubblico dello stadio milanese si alzo' in piedi e lo applaudi'. Gioco' da centrocampista e poi un anno da libero vincendo in entrambi i ruoli. Ricreo' questa mutazione tecnica in un altro dei calciatori in cui si rivide, quell'Agostino Di Bartolomei indimenticabile capitano di quella Roma che vinse grazie alla ragnatela inventata dallo svedese. Che pur vivendo per mezzo secolo nel suo paese d'adozione non era mai riuscito ad impararne bene la lingua. Il vecchio gentiluomo di Valdemarsvik, che continuava a fare da lontano il consulente della Roma (Ibrahimovic, ai tempi in cui giocava nel Malmoe, il suo ultimo consiglio al presidente Sensi, che purtroppo per la Roma non gli diede retta) se l'era cavata molto meglio come produttore di vino, imbottigliato nei suoi vigneti di Cuccaro, in Piemonte. Amava la buona tavola, Lidas, ed era piu' scaramantico di un napoletano. Aveva un mago di fiducia, che consultava prima di match importanti e dal quale portava i giocatori. Credeva nell'oroscopo e con una punta di civetteria faceva notare che molti grandi calciatori erano del segno della Bilancia (come lui) o comunque nati nel mese di ottobre, e faceva sempre quattro esempi: se stesso, Falcao (suo pupillo prediletto), Pele' e Maradona.

CON LUI ADDIO A GRE-NO-LI, SPAVENTO' BRASILE - Con Liedholm scompare l'ultimo componente del famoso trio Gre-No-Li, dalla parte iniziale del cognome di tre famosi calciatori svedesi: Gunnar Gren, Gunnar Nordahl e Nils Liedholm, che formarono un celebrato trio nella Svezia e nel Milan degli anni cinquanta. I tre facevano parte della nazionale svedese che vinse l'oro alle Olimpiadi di Londra, nel 1948, battendo in finale la Jugoslavia per 3-1 con due gol di Gren e uno di Nordahl. Invece, nella famosissima finale del mondiali di Svezia, giocata a Stoccolma il 29 giugno 1958 e vinta per 5-2 dal Brasile del giovanissimo Pele', c'erano ancora Gren e Liedholm, mentre Nordahl aveva lasciato gia' da tempo la nazionale. La formazione di quella Svezia era: Svensson, Bergmark, Axbon, Borjesson, Gustavsson, Parling, Hamrin, Gren, Simonsson, Liedholm, Skoglund. Liedholm segno' il primo gol svedese, mentre il secondo fu opera di Simonsson. Di quella squadra giocarono a lungo in Italia anche Skoglund (soprattutto nell'Inter) e Hamrin (che allora giocava nel Padova ma che gioco' soprattutto nella Fiorentina). Nella rosa di quella nazionale c'erano anche altri italiani: 'Raggio di luna' Selmosson (che giocava nella Lazio e che poi passo' anche alla Roma) e il meno conosciuto Bengt Gustavsson, che giocava nell'Atalanta.

MILAN, SE NE VA PEZZO ENORME NOSTRA STORIA - Il Milan piange la scomparsa di Nils Liedholm, il tecnico rossonero della Stella, protagonista insostituibile del leggendario trio Gre-No-Li, che si e' spento all'eta' di 85 anni a Cuccaro, nel Monferrato, dove viveva. ''Con lui - scrive il sito della societa' rossonera - se ne va un pezzo enorme della storia del Milan, ma il suo ricordo rimarra' indelebile nel cuore di tutti i Milanisti e degli appassionati di calcio''.

RIVERA, 'UN MAESTRO,ALLENAVA GIA'DA GIOCATORE' - ''Sono tra i pochi che puo' ricordarlo anche da giocatore, nel senso che il mio primo anno a Milano l'ho fatto con lui che stava chiudendo la sua carriera. Mi ha aiutato e si metteva a disposizione, creava la condizione per stare bene e conoscere l'ambiente. Era gia' allenatore in quel momento. Era una persona che privilegiava, pur essendo apparentemente un freddo, i rapporti umani''. Ricorda cosi' Nils Liedholm l'ex stella del Milan e della nazionale Gianni Rivera poco dopo aver appreso la notizia della morte del suo ex allenatore e anche compagno di squadra per un solo anno, l'ultimo della carriera del Barone. ''Aveva sentimenti - aggiunge Rivera - e privilegiava i rapporti umani ancor prima di quelli tecnici. Direi che e' questo il ricordo migliore''. Quanto perde il calcio? ''Il calcio lo aveva gia' perso. Lo ha perso prima di tutto come calciatore e poi come allenatore. La vita e' cosi' purtroppo, va avanti...'' ''L'ho visto - conclude Rivera - l'ultima volta qualche anno fa. Poi lui stava tanto male ed e' andato a vivere in campagna dove aveva l'azienda e poi ci siamo persi''

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22 anni sono pochi per morire di calcio

by Francesco
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28 ago 2007

E' morto Puerta, il giocatore del Siviglia colto da malore durante l'ultima partita della Liga. Solo 22 anni, staff medici che seguono quasi giornalmente i calciatori e a niente serve. Posso solo unirmi ai tanti messaggi di cordoglio per la famiglia.

Le immagini viste in tv sono veramente toccanti ... portano alla memoria altre tragedie consumate sul campo, in questo caso il giocatore sembrava aver ritrovato lucidità e forza per uscire dal campo, ma poi ricadute continue ne hanno provocato il decesso.

Forza Viola.

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news

E' morto Giorgio Tosatti

by Francesco
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28 feb 2007

E' appena terminata la partita Reggina-Fiorentina, finita 1-1, ed apprendo della morte del giornalista Giorgio Tosatti, grande intenditore di calcio, una vita dedicata all'informazione sportiva.
Vorrei aggiungermi ai tanti messaggi di cordoglio per la famiglia in questo triste giorno.

Un saluto Viola.

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Chi Sono ...

Ovviamente un tifoso Viola. Dalla nascita.

Sono un "ragazzo" di quasi 40 anni, sono un informatico e l'unione di queste due passioni hanno portato alla nascita di questo blog (tra pochi mesi festeggerò il quinto compleanno !).

Non cercate qui le informazioni dell'ultimo momento, non sono un giornalista, semmai fatemi compagnia nel commentare tutto quello che accade intorno alla Fiorentina.

E, ricordate, il Popolo Viola siamo NOI !! Tutti gli altri sono impostori

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